Anch’io avevo notato l’uso da parte di Alberto del termine “nicchia” per definire gli escursionisti. Alberto vanta 50 anni di pratica dell’Enduro, ma forse dimentica che gli escursionisti possono vantare almeno 50.000 anni di pratica! Il fatto poi che si tratti di una “nicchia” è molto discutibile. Io stesso sporadicamente vesto i panni dell’escursionista, e non mi sento affatto di recitare una parte. Vado da un posto all’altro a piedi, tutto lì. Se sono a Marzabotto paese cammino sul marciapiede, e se sono a Medelana probabilmente vado per i sentieri in mezzo al bosco. Un pedone nei sentieri dell’Oggioletta diventa un “escursionista“.
Ci sono persone che abitano in quei luoghi che, anche solo per portare a spasso il cane, fanno uso frequente dei sentieri. Dobbiamo chiedere loro di portare il cane giù a valle dove gli spazi sono più aperti ? Marco Sabattini, riporta la sua esperienza, ed io mi associo. Non ho visto scorrettezze. Però in diverse occasioni camminando per i sentieri quando i miei figli erano piccoli, l’arrivo improvviso delle moto causava in noi genitori un’ansia che è difficile dimenticare. Non è mai successo nulla, però non è bello.
Queste persone subiscono la presenza delle moto, e lo vivono come uno stress. Credo che per esse si debba avere un riguardo particolare.
Alberto come motociclista vanta un comportamento corretto, e non c’è motivo per non credergli, però ci sono sicuramente anche gli scorretti, è inevitabile. Ma a volte basta anche il passaggio corretto per creare attimi di panico. Quindi attendersi tolleranza da chi è esasperato perché subisce non è il massimo di buona volontà nella ricerca del dialogo. Io la vedo proprio al contrario di come ha esposto le cose Alberto ribattendo a Maria Paola, ed è per questo che non sottoscrivo nulla delle sua acide risposte.
Detto questo vorrei dire che le affermazioni di Alberto sugli aspetti delle leggi e dei regolamenti mi lascia molto perplesso
“non mi interessa parlare di questi aspetti in questa sede“. Lo scopo dichiarato da Alberto che scrive in questo forum è quello di farci capire che gli appassionati di Enduro “
non sono delinquenti ottusi bensì persone normali con una morale ed un senso civico“. Una comunicazione monodirezionale ?
Prima di tutto mi pare che non ci sia il necessario rispetto per la comunicazione del Sindaco di Marzabotto, e del comando dei Vigili che hanno studiato ed applicato i regolamenti. Se Alberto ha delle obiezioni dovrebbe enunciarle in modo chiaro, se non altro per rispetto delle istituzioni territoriali. Quindi se Alberto vuole il dialogo cominci col rispondere alle domande, e col rispettare le persone che sono esasperate a torto o a ragione dal passaggio di moto per i sentieri nei boschi.
Quindi propongo ad Alberto di correggersi, tenendo in maggiore considerazione le ragioni emotive delle persone che subiscono o che hanno subìto attimi di paura a causa del passaggio di moto negli stretti ed impervi sentieri delle nostre colline e montagne.
Poi gli propongo di formare una squadra di volontari disposti a recarsi sui luoghi danneggiati a ripristinare i sentieri assieme ai volontari locali, ed infine gli propongo di spiegarci in dettaglio tutte le sue ragioni per discutere o per dubitare della legittimità dei cartelli posti sui sentieri dal Comune di Marzabotto. Infine di tenere nella massima considerazione gli "escursionisti", che da queste parti sono una "nicchia" molto potente.